4. Diverse modalità di trasferimento

Fino ad ora abbiamo esaminato le fonti dei trasferimenti pubblici. Ora analizzeremo come questi trasferimenti possano effettivamente generare moneta tra i consumatori e sostenere il loro potere d’acquisto (questo è il punto). Ci sono molte possibilità:

  • Progetti strutturali come la costruzione di strade, ferrovie, ospedali…progetti relativi all’energia pulita e impianti idroelettrici, infrastrutture a idrogeno e ancora molti altri interventi. In questo modo i governi possono realizzare infrastrutture utili ed anche stimolare la domanda. E’ un bene, se questi progetti sono chiaramente necessari. Il problema è che questi sono progetti specifici, diretti ad aree specifiche (ovvero settori industriali) e quindi la loro capacità redistributiva (cioè la capacità di compensare il potere d’acquisto mancante in ampi strati sociali) è molto limitata. Al reddito associato a questi progetti partecipano soltanto specifici professionisti e la possibilità di sostenere il potere d’acquisto si realizza solo indirettamente grazie a nuovi consumi, che però potrebbero anche non avere luogo.  Inoltre, questo consumo è limitato geograficamente all’area di intervento e così i suoi effetti moltiplicativi non si esplicano su un’ampia scala geografica. Una gran parte del capitale investito finisce nelle mani delle imprese come profitto (che è il fattore che impedisce la crescita del potere d’acquisto) e vi è il rischio di corruzione e di inefficienza nei progetti pubblici, ed è per questo che questo stimolo ha una cattiva fama. Naturalmente, dove gli interventi infrastrutturali sono chiaramente necessari, non ha senso rimandarli.
  • Sostegno alle famiglie. E’ il modo più comunemente utilizzato per sostenere il potere d’acquisto. Funziona ad ampio spettro grazie all’intervento di molti individui, che sanno bene come spendere il proprio denaro e quindi non vi è il rischio di alterare il mercato muovendo risorse da settori necessari a quelli scelti dall’intervento pubblico, come succede con i progetti strutturali. (Dire così non significa che i governi non debbano affatto realizzare infrastrutture! Ma bisogna capire che è più efficiente dare il denaro direttamente agli individui perché lo spendano in quello di cui hanno bisogno piuttosto che inventarsi una spesa pubblica per infrastrutture di cui non vi sia chiara necessità).  Il potere d’acquisto addizionale delle famiglie, che si può ottenere mediante  assegni per i figli o benefici di questo tipo, sarà utilizzato in base alle necessità dei consumatori e contribuirà alla crescita di salari e profitti nei settori dei beni di consumo. Oggi i paesi industrializzati devono affrontare tassi di natalità calanti e l’invecchiamento della popolazione. Nascono sempre meno bambini, e quindi si aggravano i problemi dei sistemi pensionistici nel mondo. Alcuni paesi stanno disperatamente cercando di compensare con l’immigrazione la forza lavoro che viene a mancare. Trasferimenti sotto forma di sostegno alle famiglie strutturati come aiuti progressivi in base al numero di figli potrebbero rappresentare una valida soluzione a questo problema. E’ un modo facile ed efficace per incoraggiare le famiglie a fare più figli e offre anche un sostegno ai costi crescenti associati a un maggior numero di figli, un aspetto  non irrilevante. Allo stesso modo, aumenta il potere d’acquisto di tutta la società.  Implica anche riconoscere che implica lo sforzo effettivo per  crescere i figli, sforzo che la società deve compensare adeguatamente. Infine, ma è anche l’aspetto più importante di questo intervento di politica economica, si deve far sì che questo sostegno alle famiglie non significhi denaro facile per chi non si preoccupa dei propri figli e della loro educazione.